“Se sei triste quando sei solo, probabilmente sei in cattiva compagnia.” (Jean Paul Sartre)

Posted on Feb 26, 2017 in Blog, Riflessivo | 17 comments

“Se sei triste quando sei solo, probabilmente sei in cattiva compagnia.” (Jean Paul Sartre)

Se sei triste quando sei solo, probabilmente sei in cattiva compagnia. (Jean Paul Sartre)

“Se sei triste quando sei solo, probabilmente sei in cattiva compagnia.” (Jean Paul Sartre)

Qualche giorno fa Virginia (grazie!) mi ha fatto ricordare questa storia…
era tanto tempo che non la rileggevo…
Quindi, la condivido.
Buona giornata!

Due uomini, entrambi seriamente ammalati, erano sistemati nella stessa stanza di un ospedale. Ad uno di essi era concesso di stare seduto per un’ora, ogni pomeriggio, sul letto per facilitare il drenaggio dei liquidi alle estremità del corpo. Il suo letto si trovava vicino alla sola finestra presente nella stanza. L’altro uomo invece era costretto a passare il suo tempo sdraiato sul dorso. I due parlavano per ore ogni giorno. Discutevano delle rispettive mogli e del resto della propria famiglia; parlavano della loro casa e del lavoro, del servizio di leva militare, delle ultime vacanze e via dicendo. Ma ogni pomeriggio, quando l’uomo sul letto vicino alla finestra poteva mettersi seduto, arrivava il momento tanto atteso di descrivere al compagno di stanza tutte le cose che egli poteva vedere fuori dalla finestra. L’amico sull’altro letto iniziò così a vivere per quel breve lasso di tempo in cui il suo mondo era invaso dalla vitalità e dai colori che si trovavano fuori dalla finestra.

Essa dava su un parco con un delizioso laghetto. Papere e cigni si rincorrevano sull’acqua mentre i bambini giocavano con le barchette. Giovani innamorati passeggiavano mano nella mano tra fiori di tutti i colori dell’arcobaleno; alberi secolari abbracciavano il panorama ed una piacevole vista dell’orizzonte della città si stagliava in lontananza.

Quando l’uomo vicino alla finestra descriveva tutte queste cose usando dettagli raffinati ed espressivi, l’altro chiudeva gli occhi e lasciava dipingere alla propria immaginazione l’intera scena. Un caldo pomeriggio di primavera il primo descrisse il passaggio di una parata. E benchè l’altro non riuscisse ad udire i suoni della banda, poteva lo stesso vederla con gli occhi della mente man mano che l’amico andava avanti con il racconto.

I giorni e le settimane passavano. Una mattina l’infermiera di turno che aveva il compito di portare l’acqua per la loro pulizia, arrivata di buon’ora, vide che il corpo dell’uomo vicino alla finestra era senza vita, spirato in pace durante il sonno. Colpita da profonda tristezza non potè fare altro che chiamare i barellieri affinchè levassero di lì il corpo. Non appena vide che era opportuno, l’altro uomo che con amarezza aveva assistito alla scena, chiese se poteva prendere il posto dell’amico, occupando il letto vicino alla finestra. L’infermiera non ebbe nulla da ridire riguardo alla proposta e dopo essersi assicurata che l’uomo fosse comodo, lo lasciò solo.

Lentamente, con qualche difficoltà, si alzò su un fianco per dare la sua prima occhiata al mondo esterno che tanto lo aveva affascinato nei racconti dell’altro. Stava finalmente per avere la gioia di vederlo con i propri occhi. Piano piano iniziò a sollevare il collo per poter guardare fuori dalla finestra, ma all’improvviso si trovò di fronte un muro di mattoni. All’uomo venne istintivo chiedere all’infermiera cosa poteva aver spinto il compagno di stanza deceduto a raccontargli le cose tanto meravigliose che accadevano fuori dalla finestra. Lei gli rispose che l’uomo era cieco e che non sarebbe riuscito a vedere neppure il muro; disse “forse voleva incoraggiarla”.

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17 Comments

  1. Gia’!!! Attenzione alle cattive compagnie…potrebbero indurti ad andare in un effimero “paese dei balocchi”!!! …meglio pero’ la “malinconia d’artista”, purche’ ne rimanga qualcosa…la sua impronta…la sua proiezione!!! Buona Domenica!

  2. Questa frase è fantastica!!! Praticamente dice che non sei sereno con te stesso!!!!

    È veramente il nostro stato interiore che determina tutto ciò che ci circonda.

    La storia la ricordavo, è davvero unica. C’è l’amore … un cieco che sta per morire ma non si dispera, anzi, cerca pure di aiutare un’altro. La sua moltitudine di colori interiori lo induce ad avere sensibilità, amore e rispetto per il prossimo.

    Ciao Franco!

  3. Ciao Lara! Visto che bella??? Anche a me aveva colpito tantissimo… proprio per quello che ci può succedere attorno… La storiella è veramente deliziosa…

  4. La solitudine fa compagnia e induce a riflettere, solo con te stesso non ti fai fesso

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