“La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice.” (Eckhart Tolle)

Posted on Apr 18, 2017 in Blog, I più visti, Riflessivo | 42 comments

“La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice.” (Eckhart Tolle)

"La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice." (Eckhart Tolle)

“La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice.” (Eckhart Tolle)

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42 Comments

  1. Ho provato sofferenza fisica.. sul cammino per Santiago. Ma quei dolori, quella fatica erano supportati da una grande volontà. Quella di raggiungere l’obiettivo.. che fisicamente era la piazza della cattedrale.. ma in realtà era il raggiungimento di una crescita avvenuta in quei giorni. La consapevolezza di quanto non faceva più parte di me, non era più necessario..
    E non era più sofferenza ma felicità!!

    • Esempio perfetto Daniela… In quel caso la sofferenza era “funzionale” al sentirsi “vivi”… A scoprire parti, anche fisiche, che non conoscevamo… Bello!…

  2. Quando ero in ospedale con mio figlio la sofferenza mi ha insegnato che non esisteva nulla di più importante che quel momento il fatto che io non potessi fare nulla. ….Mi ha insegnato che potevo affrontare tutto ❤

  3. Il dolore fisico si dimentica… quello psicologico è devastante…
    Quando il mio bimbo è volato via ho sentito un dolore immaneVal cuore.. come se qualcosa lo strappasse via … una cosa indescrivibile…

    • Su questo Roshengel mi inchino e non posso far altro che inviarti un abbraccio. Tempo fa partecipai ad una Messa funebre ed il celebrante disse una cosa che mi colpì molto… “nel nostro linguaggio esiste il termine Vedovo/a, Orfano/a ma non esiste niente per il genitore che perde il figlio, come se quel dolore fosse talmente grande da non poterlo racchiudere in una parola”… Per quello che ho “capito” essere il tuo “cammino”, magari un giorno quel drammatico evento potrà essere “vissuto” in modo “diverso”. Ma, ti ripeto, mi inchino a quel tuo dolore…

    • È stato qualcosa di surreale, ma, come la fenice sono rinata più forte, perché successe una casa straordinaria… il mio bimbo mi salutò… ero in terrazza di sera, e sentii uno stormo di uccelli alzarsi in volo, emisero un canto festoso… e, 3 colpi fortissimi conclusero il tutto… lì, compresi che Francesco stava bene, e, che, aveva mantenuto la promessa… 3 giorni prima di andare… mi aveva detto… ti salutero’ mamma… con effetti speciali… ma … nonostante tutto … mi manca moltissimo💝

    • Ancora di più… un inchino ad un “volere” più grande che non possiamo “comprendere” ed un abbraccio a te…

    • Ti sono vicina col cuore Roshengel Meneghetti e sono contenta che tu sia diventata più forte!!! Anch’io ho perso la mia bambina con un aborto spontaneo e mi è stato detto che ho un angioletto in cielo che prega per me!

    • Sono esperienze dure Rosanna… Difficili da comprendere per chi non ci è passato…

  4. Le bugie che ci raccontiamo, le scusanti che ci diamo quelle danno sofferenza visto che in fondo in fondo sappiamo di mentirci e la vocina ce lo dice….. X il resto con un po’ di volontà in certi casi un pochino di più tanta serenità e tanto realismo si supera tutto……. NON È FACILE ma nemmeno impossibile

  5. È VERO MA SONO LE STESSE KE A VOLTE TI FANNO SOPRAVVIVERE NELLA TUA SOLITUDINE. Quando sei veramente solo sei sempre in mezzo alle persone ke dovrebbero o potrebbero capirti ma…….. “sono troppo impegnate???”

    • Amara riflessione Gigi… e purtroppo talvolta è proprio così… In quella “solitudine” possiamo “solo” cercare di essere “amici” con noi stessi, in modo da poter capire meglio quello che sta avvenendo… Grazie della tua condivisione. Ti auguro una buona giornata.

    • NON amara, ma reale. Col 1tumore ke ho avuto l’unica cosa ke sentivo era “POVERINO” ma pensi veramente ke mentre facevo la terapia (ho perso 30kg) avevo o potevo contare su qualcuno??? Troppo impegnati tutti. Ora sono passati 15 anni e sono al 3 tumore e solo POCHI AMICI lo sanno, almeno evito delusioni. Ma però ho imparato a volermi bene, e fare alcune cose solo x me stesso, anke se a volte nonostante tutto mi è ancora difficile. Ma se non mi voglio bene io come posso pretendere di essere compreso o aiutato???

    • Mi spiace Gigi… non conoscevo questa tua storia. Forse, se vogliamo provare a trovare una cosa positiva in questo, adesso “sai” chi sono i veri amici… quelli sui quali puoi veramente contare. Ma concordo con te che la delusione iniziale non è stata da poco…

    • ogni lacrima d’amore nasce da un dolce sorriso, cosi da ogni delusione nasce la nostra forza interiore!!! (ma solo se vogliamo) Certo ke magari a qualcuno fa più comodo piangersi addosso.

    • Vero Gigi… a qualcuno può fare comodo…sino a quando non si rende conto che forse è peggio.

    • Bè ci conosciamo poco, ma abbiamo la stesse idee su come fare a vivere serenamente. Serena giornata

  6. Dici?

  7. Bisogna decidere ogni giorno di essere felici…
    Percepire le piccole cose e goderne…ascoltare l’emozione…capirla ed emozionarsi…come il tempo che qualcuno ci dedica per spiegarci qualcosa…come un buon giorno…come il suono del piano forte della mia vicina di casa…che sa solo tre note e le ripete per ore…io lo trovo comunque tutto molto intenso…agli altri condomini dà fastidio…a me invece piace condividere con lei questo momento…un po’ se sapesse come e quando scaldarmi l’anima…

    • Che dolce delicatezza nelle tue parole Babi… “scaldarmi l’anima”… Forse non è tanto lei, ma la tua predisposizione che fa sì che ciò avvenga… Grazie!

    • Grazie Frank e mi commuovo pure io😂

    • La sofferenza penso sia un punto di connessione necessario tra noi e il nostro io più vero; anche io ho sofferto, e tutt’ora per una situazione che temporaneamente non posso cambiare, lo faccio . Ma con occhi diversi . Avvolte è necessario cambiare prospettiva e capire che il vero lavoro è su noi stessi…. la sofferenza si trasforma in felicità poiché mi rende più forte … e allo specchio ora vedo una persona sicura di sè e che può tutto.. perché in realtà quando ti trovi di fronte alla morte, è solo allora che comprendi che niente può farti più paura

    • Molto profonda la tua condivisione Carlotta… si sente tutto il “sudore” per la fatica del cammino… e come tutti i cammini, quando fatti con la consapevolezza di “dove” stiamo andando, hai veramente preso il meglio… non posso aggiungere altro se non un inchino di rispetto per “dove” sei adesso è per “come” lo sei… grazie…

    • Ti ringrazio ! Sono felice che tu riesca a cogliere la strada percorsa, molti non si accorgono nemmeno di quanto tu sia cambiata/o e riemersa a nuova vita.. un abbraccio e grazie a te per le condivisioni

    • Forse la coglie chi l’ha percorsa Carlotta… E “sente” risuonare dentro le stesse vibrazioni. Un abbraccio anche a te. E… buon proseguo di cammino!

  8. è che più facile a dire che da mettere in pratica… le interpretazioni sono basate sulle tue credenze che si sono formate in parte da credenze altrui (i genitori che ti crescono, insegnanti etc
    ) e in parte dal passato. Se le tue esperienze passate sono legate a ricordi negativi e dolori, certe interpretazioni sono difficili da cambiare. Quindi la parte più difficile e’ rompere quei meccanismi che legano le esperienze passate dolorose alle paure presenti che tale dolori si potrebbero ripresentare… spero di essermi spiegata..

    • Ti sei spiegata perfettamente Stefania. E mi spiace aver visto solo adesso il tuo commento. Vero, ci sono delle credenze limitanti che ci portiamo dietro da molto… ma essendo “credenze”, la prima cosa che possiamo fare è domandarci “Chi” ce le ha fatte credere e come mai? In certi casi può venire fuori che una semplice frase che era stata detto in un contesto “specifico”, poi noi l’abbiamo generalizzata in tutto… Quindi, un primo passo per rompere quello schema è proprio iniziare a vedere se esiste un “assoluto” di tale credenza (e generalmente non è così) per poi procedere al comprendere il “come mai”. Spero di essermi spiegato anche io… Se lo ritieni utile, contattami pure in privato. Buona domenica Stefania.

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