P.E.A.C.E. – Lou Marinoff – 5° Equilibrio

Posted on Apr 28, 2017 in Blog, Riflessivo | 20 comments

P.E.A.C.E. – Lou Marinoff – 5° Equilibrio

P.E.A.C.E. - Lou Marinoff - 5°

Ultimo punto del procedimento P.E.A.C.E. di Lou Marinoff in “Platone è meglio del Prozac”.

Equilibrio

Siamo arrivati alla fine del processo…
Abbiamo articolato il problema, espresso le emozioni, analizzato tutte le varie opzioni disponibili e contemplato il tutto da un’altra prospettiva… e adesso possiamo raggiungere l’equilibrio…
“Comprendi cioè l’essenza del tuo problema e sei pronto a un’azione adeguata e giustificabile. Ti senti in stato di equilibrio, ma sei anche preparato agli inevitabili cambiamenti futuri.”

Quindi, il tutto è stato “integrato” in me e posso procedere tranquillamente con quella che è la mia miglior opzione.

“Il tuo problema cessa di essere tale e sei restituito alla solita, ma adesso migliorata, situazione esistenziale, senza più afflizioni – finché successive circostanze non cospirino a farti perdere l’equilibrio.”

È come se il discernimento mi mettesse nella condizione autentica dell’accettazione (nel senso più alto del termine) e di percepire pertanto l’essenza della situazione.
Muovendosi in modo consapevole senza rimorsi o rimpianti.

Spero che sia stato utile come spunto di riflessione.

Di seguito riporto i punti precedenti ed alla fine alcuni link se volete approfondire (il libro non è stato “osannato” da tutti, ma ha avuto anche diverse critiche).

Buona giornata!

Problema
Sembra quasi banale che nell’affrontare una questione sia necessario individuare il problema… ma siamo così sicuri che tale problema sia così “evidente”?
Se la questione sono delle eventuali liti ricorrenti con il partner, siamo sicuri che il “problema” risieda solo in lui oppure solo in noi? Cosa possiamo fare per iniziare, intanto, a individuarlo bene?

Emozioni
Marinoff individua questo punto come “fare l’inventario delle emozioni suscitate dal problema. Si tratta di una resa dei conti interiore. È indispensabile esperire sinceramente le emozioni e incanalarle costruttivamente. (…) Le emozioni sono probabilmente una combinazione di dolore, rabbia e tristezza, ma può capitare di dover compiere un certo lavoro per arrivare a questa conclusione.”
Cosa può significare “incanalarle costruttivamente”?…
Quando siamo “sotto scacco” da dolore, rabbia, tristezza, ecc. molto spesso non riusciamo a vedere bene cosa “veramente” c’è dietro.
Quindi, quella “resa dei conti interiore”, può veramente essere utile… ai fini di una incanalazione costruttiva.

Analisi
Il suo suggerimento è “la persona enumera e valuta le sue opzioni di soluzione al sistema. Una soluzione ideale definirebbe sia gli aspetti esterni (il problema) sia quelli interni (le emozioni suscitate dal problema), ma non è detto che una soluzione ideale sia attuabile.”
Quindi, sono di fronte ad un problema e mi domando… “Che cosa posso fare in merito?”
Generalmente si inizia a valutare il tutto per analogie (cose simili che mi sono successe in passato, oppure successe ad amici, parenti, ecc.). Se abbiamo la “fortuna” che il problema si sia presentato in passato e lo abbiamo risolto il gioco è fatto… ma se così non è?
Qui allora può diventare importante aver “compreso” le emozioni…
Cosa significa in questo contesto?
Vediamo un esempio che riporta Marinoff
“Il grande violoncellista Paolo Casals un giorno si ruppe un braccio mentre sciava e per sei settimane dovette portare il gesso. Il suo problema era evidente: il braccio immobilizzato gli rendeva impossibile rispettare gli impegni e interrompeva la sua carriera. La sua reazione emozionale probabilmente fu un misto di frustrazione, ansia, disperazione, depressione e paura. La sua analisi gli prospettò le inevitabili complicazioni: cancellare o rimandare concerti, sottoporsi a cure mediche e riabilitative, parlare con il suo agente, rifare contratti, sottoporsi a controlli clinici una volta guarito, e altro ancora.
Paolo Casals tenne una conferenza stampa per rendere nota la situazione ai suoi fans. I cronisti convocati si aspettavano magari di trovarlo in preda allo sconforto, e invece lo videro pieno di gioia. Gli chiederò il perché di tanta felicità e la sua risposta suonò: «Perché adesso non ho bisogno di esercitarmi.»”
In questo caso, l’aver “riconosciuto” ed “elaborato” le emozioni, può portare ad avere il “giusto” distacco per vedere la situazione da un altro punto di vista. Ovvio che il problema di Casals non era quello di “dover” fare per forza i concerti per problemi economici…
È comunque importante, in questo punto, far correre l’immaginazione e non fermarsi al primo “ostacolo”. Molte volte, possiamo avere più risorse di quante ne immaginiamo.

Contemplazione.
Una volta superata la fase di Analisi, occorre fare un passo indietro e “contemplare” il tutto da una posizione diversa. Un po’ come se fossimo al cinema mentre si guarda un film.
Da questa “posizione”, si può esercitare il “distacco” dalla situazione in sé guardando il tutto con un’altra prospettiva. Una prospettiva contemplativa.
“Fino a questo punto hai proceduto a una compartimentazione delle fasi allo scopo di gestirle. Adesso però devi ricorrere a tutte le tue capacità mentali per integrarle. Anziché limitarti ai singoli alberi, devi esaminare la struttura della foresta. In altre parole, mirare a una visione filosofica unitaria della situazione nel suo complesso: il problema con cui sei alle prese, la tua reazione emozionale a esso, e le opzioni prese in esame.”
Ecco… possiamo prendere in considerazione quelle che sono le nostre idee in relazione alla qualità della vita, le nostre responsabilità nei confronti di altri, i nostri valori, ecc.
Quindi trovare una “posizione filosofica che sia insieme giustificabile per i suoi meriti e consonante con la tua natura”.
Per niente banale… ma in certi ambiti fattibile.

Alcuni link per approfondire.
https://www.counselingitalia.it/articoli/836-discorso-semi-serio-sul-counseling-filosofico

http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=52

http://win.filosofare.org/Pf/marginalia/RecMarinoff/Platone_meglio_del_Viagra.htm

 

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20 Comments

  1. Ok sono pronta.. ho elaborato un’azione adeguata.. l’unica valida..
    Buongiorno Franco!! Grazie per questi post.. da tenere in mente!!

  2. Grande lavoro, Capitano!

  3. Pace

  4. Bellissimi tutti i commenti grazie Franco

  5. Il distacco dalle situazioni ‘problematiche’ permette di guardare al problema da un altro punto di vista, di fare appunto, un’analisi globale della situazione, dei sentimenti e delle emozioni che ne scaturiscono, per poi analizzarne i motivi che sono alla base di ciò che proviamo e che hanno portato alla creazione della situazione problematica. Il momento della contemplazione é un momento utile per creare una propria filosofia di vita, un proprio modo di vivere, che non è altro che l’adattamento continuo delle esperienze passate che si ripresenteranno ogni volta finché non avremo appreso cosa in noi non era ancora consolidato. In ogni caso, il non attaccamento, il distacco é ciò che ci permette di vivere in modo sereno e di affrontare tutto, perché nessuno ci appartiene e niente è sotto il nostro controllo, l’unica cosa che possiamo controllare siamo Molto belle e vere queste riflessioni. Grazie Franco!

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