Lorenzo Ghiberti – Sacrificio di Isacco

Posted on Mag 2, 2017 in Arte e dintorni, Blog, Scultura | 29 comments

Lorenzo Ghiberti – Sacrificio di Isacco

Lorenzo Ghiberti - Sacrificio di Isacco

Lorenzo Ghiberti – Sacrificio di Isacco (1401 – 1402) Bronzo parzialmente dorato.
Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Marina Novelli
www.marinanovelli.it

“La rinuncia agli affetti personali per l’obbedienza ad un superiore imperativo”, doveva essere questo il tema della gara tra scultori, indetta nel 1401 a Firenze, dove parteciparono maestri gia’ famosi, al fine di presentare una losanga lobata identica a quella gia’ esistente nella bronzea porta trecentesca del Battistero. Tra i partecipanti si stagliarono le figure di spicco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi. Personalmente non ho mai amato i concorsi nel mondo dell’arte in quanto e’ difficile, se non impossibile, stabilire quale sia il migliore…preferisco affidarmi al giudizio del pubblico, che per me, regna sovrano!
La storia di Isacco doveva essere rappresentata a rilievo ed inscritta in una formella a losanga. Con minuzia di particolari il Ghiberti evoca tutti gli elementi biblici inerenti il fatto: Isacco, Abramo, l’ara, l’angelo, l’ariete, i servi, l’ asino e la montagna. C’e’ da notare il meraviglioso fregio di stile classico sull’ara sacrificale e la foggia antica delle vesti di Abramo…quasi a ricordarci che il fatto e’ avvenuto in un tempo a noi lontano…remoto!
Notevole e’ la meravigliosa anatomia con cui viene descritto il corpo nudo del giovane Isacco, mentre Abramo, ricoperto da un elegante abito drappeggiato all’antica, e’ colto nell’atto di offerta…ma, non vedo drammaticita’ in questa opera…solo pathos!
Lo sfondo e’ contrassegnato dalla cresta di una possente roccia, che si staglia poi diagonalmente in tutta la formella, accogliendo magistralmente la caduta della luce che corrusca tutta la scena; luce che scorre dominando tutti i piani, quindi sensibilizzando l’insieme delle onde ritmiche delle curve, lasciando incanalare le ombre nei solchi della roccia stessa. La prima cosa che piu’ mi ha affascinata e’ la contrapposizione del gesto di Abramo che solleva il braccio verso l’alto in contrapposizione, invece al collo dell’ asino, verso il basso, verso la terra…verso chi guarda.
La seconda e’ l’angelo che sbuca dalle nubi e che avverte Abramo…quante volte, mi domando, questo succede anche a noi…che invece rispondiamo increduli…sordi…incapaci di ascoltare la voce del nostro angelo?🌼🌸🌞🌸🌼

Segui i commenti su FaceBook!

Leggi cosa possiamo fare assieme

Scrivimi, ti rispondo velocemente

29 Comments

  1. “La rinuncia agli affetti personali per l’obbedienza ad un superiore imperativo”, doveva essere questo il tema della gara tra scultori, indetta nel 1401 a Firenze, dove parteciparono maestri gia’ famosi, al fine di presentare una losanga lobata identica a quella gia’ esistente nella bronzea porta trecentesca del Battistero. Tra i partecipanti si stagliarono le figure di spicco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi. Personalmente non ho mai amato i concorsi nel mondo dell’arte in quanto e’ difficile, se non impossibile, stabilire quale sia il migliore…preferisco affidarmi al giudizio del pubblico, che per me, regna sovrano!
    La storia di Isacco doveva essere rappresentata a rilievo ed inscritta in una formella a losanga. Con minuzia di particolari il Ghiberti evoca tutti gli elementi biblici inerenti il fatto: Isacco, Abramo, l’ara, l’angelo, l’ariete, i servi, l’ asino e la montagna. C’e’ da notare il meraviglioso fregio di stile classico sull’ara sacrificale e la foggia antica delle vesti di Abramo…quasi a ricordarci che il fatto e’ avvenuto in un tempo a noi lontano…remoto!
    Notevole e’ la meravigliosa anatomia con cui viene descritto il corpo nudo del giovane Isacco, mentre Abramo, ricoperto da un elegante abito drappeggiato all’antica, e’ colto nell’atto di offerta…ma, non vedo drammaticita’ in questa opera…solo pathos!
    Lo sfondo e’ contrassegnato dalla cresta di una possente roccia, che si staglia poi diagonalmente in tutta la formella, accogliendo magistralmente la caduta della luce che corrusca tutta la scena; luce che scorre dominando tutti i piani, quindi sensibilizzando l’insieme delle onde ritmiche delle curve, lasciando incanalare le ombre nei solchi della roccia stessa. La prima cosa che piu’ mi ha affascinata e’ la contrapposizione del gesto di Abramo che solleva il braccio verso l’alto in contrapposizione, invece al collo dell’ asino, verso il basso, verso la terra…verso chi guarda.
    La seconda e’ l’angelo che sbuca dalle nubi e che avverte Abramo…quante volte, mi domando, questo succede anche a noi…che invece rispondiamo increduli…sordi…incapaci di ascoltare la voce del nostro angelo?

  2. Che meraviglia le tue spiegazioni Marina

Rispondi a Marina Novelli Annulla risposta