Constantin Brancusi – “Tormento II” 1907

Posted on Mag 11, 2017 in Arte e dintorni, Blog, Scultura | 24 comments

Constantin Brancusi – “Tormento II” 1907

Constantin Brancusi - "Tormento II" 1907

Constantin Brancusi – “Tormento II” 1907
Bronzo, h. cm 29
Chicago, The Art Institute of Chicago

Marina Novelli
www.marinanovelli.it

Struggente la figura del bimbo!…la testa reclinata sulla sua spalla destra…spalla magra…ossuta! La sua bocca, ben disegnata, e’ chiusa, quasi serrata ed i suoi lineamenti contratti rendono ancora piu’ evidente il suo dolore…gli occhi vacui…quasi inesistenti. L’artista vuole infatti esprimere “l’ idea del dolore”, obiettivo che in questa scultura e’ ampiamente riuscito; il punto focale e’ la spalla del bimbo, mentre tutti gli altri particolari sono resi in maniera volutamente approssimativa, proprio al fine di non distogliere l’attenzione di chi guarda, disperdendola dalla torsione della tasta sulla spalla.
“Come posso non evocare l’immagine di una bambina, magra, smarrita…disperata!…di soli quattro/cin=
que anni mentre straziata dal dolore stringeva a se le eleganti pantofoline di capretto celeste della sua bellissima mamma…era tutto cio’ che le rimaneva di lei!”.
Torniamo a Brancusi…che dopo aver ricevuto una formazione accademica in Romania, decide di spostarsi, motivato dal grande senso di insoddisfazione lasciato da quegli anni di studio. Egli era fortemente affascinato infatti, dalle forme assolute, senza alcun rapporto tra spazio esterno, escludenti mediazioni naturalistiche tra significati e significanti.
Nel 1908 incontra Modigliani e tra il 1914 e 1918 produce una serie di sculture in legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo e per l’Africa ed in cui cerca di trascinare dentro anche il Modigliani stesso. La sua mira infatti, e’ quella di raggiungere il seme originario della forma plastica: uno stadio pre-linguistico in cui non e’ la forma di un contenuto, ma che tende a significare solo se stessa…la propria “genesi”. La sua non e’ una simbologia dell’oggetto, ma “simbologia della forma”…rappresentata nelle sue primitive nostalgie popolaresche.
Presto, infatti, prendera’ una strada autonoma, sganciata dagli stilemi classici, avvicinandosi ad una scultura sempre piu’ “essenziale”…per cui e’ passato alla storia!🌸🌼🌞🌼🌸

Segui i commenti su FaceBook!

Leggi cosa possiamo fare assieme

Scrivimi, ti rispondo velocemente

24 Comments

  1. Artista mia preferita(rumeno come me sono orgoliosa)grazie counselor!

  2. Struggente la figura del bimbo!…la testa reclinata sulla sua spalla destra…spalla magra…ossuta! La sua bocca, ben disegnata, e’ chiusa, quasi serrata ed i suoi lineamenti contratti rendono ancora piu’ evidente il suo dolore…gli occhi vacui…quasi inesistenti. L’artista vuole infatti esprimere “l’ idea del dolore”, obiettivo che in questa scultura e’ ampiamente riuscito; il punto focale e’ la spalla del bimbo, mentre tutti gli altri particolari sono resi in maniera volutamente approssimativa, proprio al fine di non distogliere l’attenzione di chi guarda, disperdendola dalla torsione della tasta sulla spalla.
    “Come posso non evocare l’immagine di una bambina, magra, smarrita…disperata!…di soli quattro/cin=
    que anni mentre straziata dal dolore stringeva a se le eleganti pantofoline di capretto celeste della sua bellissima mamma…era tutto cio’ che le rimaneva di lei!”.
    Torniamo a Brancusi…che dopo aver ricevuto una formazione accademica in Romania, decide di spostarsi, motivato dal grande senso di insoddisfazione lasciato da quegli anni di studio. Egli era fortemente affascinato infatti, dalle forme assolute, senza alcun rapporto tra spazio esterno, escludenti mediazioni naturalistiche tra significati e significanti.
    Nel 1908 incontra Modigliani e tra il 1914 e 1918 produce una serie di sculture in legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo e per l’Africa ed in cui cerca di trascinare dentro anche il Modigliani stesso. La sua mira infatti, e’ quella di raggiungere il seme originario della forma plastica: uno stadio pre-linguistico in cui non e’ la forma di un contenuto, ma che tende a significare solo se stessa…la propria “genesi”. La sua non e’ una simbologia dell’oggetto, ma “simbologia della forma”…rappresentata nelle sue primitive nostalgie popolaresche.
    Presto, infatti, prendera’ una strada autonoma, sganciata dagli stilemi classici, avvicinandosi ad una scultura sempre piu’ “essenziale”…per cui e’ passato alla storia!

  3. Se vedeva me…la chiamava tormento forever!

Rispondi a Rosanna Turetta Annulla risposta