Pablo Picasso – “Donna con la carrozzina (La femme à la poussette)”
Pablo Picasso – “Donna con la carrozzina (La femme à la poussette)”
Vallauris, 1950
Bronzo, h. cm 203
Parigi, Musée Picasso
Marina Novelli
www.marinanovelli.it
Osservando attentamente questa opera di Picasso, non ho potuto fare a meno di pensare alla magnifica celebrazione della bianca carrozzina, elemento di spicco nell’ indimenticabile film muto “La Corrazzata Pitemkin”, di cui dati gli altissimi valori estetici e’ stato contrassegnato come una delle piu’ note ed influenti opere cinematografiche. Notevole infatti e’ il pathos che ci tiene avvinti durante la corsa in discesa, sui gradini, della bianca carrozzina…quasi a voler sottolinere la “discesa dell’umanita’…di certa “umanita'”. Chissa’?
Poi, correggetemi se sbaglio, c’e’ anche il film “Gli Intoccabili” con Kavin Costner, di gran lunga piu’ recente rispetto al primo, ma dove ancora la carrrozzina, qui con anche un bimbo piangente, riveste un ruolo ed una azione dinamica di primo piano e non certo priva di pathos.
In questa opera, Picasso avra’ certamente voluto esprimere l’efficacia del “ri-uso” dei piu’ disparati materiali, trasformandoli in una scultura austera, rigida…non certo priva di durezza. Cos’e’ “estasi ed incubo” come nella poesia di Boudelaire?
Tale opera, forse mi rendero’ impopolare, non mi commuove, non mi affascina!
Non disconosco infatti l’importanza estrema che Picasso ha avuto nel mondo dell’arte…di sicuro un grande innovatore! Ma sto’ avendo la stessa reazione di quando, a Barcellona, visitai il suo museo della ceramica e sebbene sia uno dei musei piu’ visitati, ricordo che ne uscii completamente indifferente…cosa per me non molto frequente!
Chiedo scusa ma, non sento “spiritualismo”! Da inguaribile romantica, vedrei celebrato il soggetto della “Donna con la carrozzina” in maniera meno mostruosa…ma e’ solo un mio punto di vista! Cos’e’…”materia e memoria”? Non so!
L’opera e’ datata 1950 (anno della mia data di nascita) ed in Europa si respirava un’aria fortemente pervasa da stimoli di ripresa e, malgrado cio’, la mia impressione percettiva non e’ “commossa”…non mi sento pertanto di annoverare questa opera tra le mie preferite…forse, se l’intenzione di Picasso era quella di “indisporre provocando”…ebbene, c’e’ riuscito! Ma non mi appassiona!
Quanto sopra e’ stato da me scritto nella piena consapevolezza di NON essere una critica d’arte…ma nella assoluta buona fede di esprimere una mia, personale, riflessione.
Grazie e buon pomeriggio.🌸🌼🌞🌼🌸
“Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” (Giulio Cesare Giacobbe)
“Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” (Giulio Cesare Giacobbe)
È importante effettuare un atto di volontà per focalizzare l’attenzione su ciò che stiamo facendo e su quello che accade attorno a noi.
Essere “presenti” a quello che facciamo ci permette di “goderne”.
Se non lo siamo, non ne godiamo e non ci accorgiamo di quello che stiamo facendo.
Quindi, quello che occorre, è la “presenza mentale”…
“Per smettere di farsi le seghe mentali
occorre rivolgere la propria attenzione
a ciò che stai facendo,
a ciò che ci succede,
al mondo che si ha intorno”
Quindi…
Porre attenzione sul mondo materiale che ci circonda (ossia la realtà), possiamo scoprire che ci sono una vastità di cose meravigliose che non abbiao mai notato (assorti dalle nostre “seghe mentali”…). Su questo, può tornare utile “allenarsi” con la Mindfluness.
Porre attenzione al corpo… È importante “sentire” cosa il corpo ci racconta e dove ce lo racconta… Instaurando una sorta di “dialogo”, ci possiamo concentrare su quella parte e rilassarla (ancora una volta la Mindfulness ci può essere di aiuto).
Porre attenzione alla mente… “Rivolgere l’attenzione significa osservare”… ed “osservare” il proprio pensiero, le immagini, lo rallenta…
Ecco qua alcune “brevi” indicazioni.
Spero che siano state utili!
Buona giornata e….
Buon essere nel “qui ed ora”!
PS…. ovviamente raccomando la lettura completa del libro!
“Come smettere di farsi e seghe mentali e godersi la vita” di Giulio Cesare Giacobbe.
Alison Moyet – Windmills of Your Mind
La voce struggente di Alison Moyet in “Windmills of Your Mind”…
Cin cin e buona serata!
“La vita è come andare in bicicletta se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.” (Albert Einstein)
“La vita è come andare in bicicletta se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.” (Albert Einstein)
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Constantin Brancusi – “Tormento II” 1907
Constantin Brancusi – “Tormento II” 1907
Bronzo, h. cm 29
Chicago, The Art Institute of Chicago
Marina Novelli
www.marinanovelli.it
Struggente la figura del bimbo!…la testa reclinata sulla sua spalla destra…spalla magra…ossuta! La sua bocca, ben disegnata, e’ chiusa, quasi serrata ed i suoi lineamenti contratti rendono ancora piu’ evidente il suo dolore…gli occhi vacui…quasi inesistenti. L’artista vuole infatti esprimere “l’ idea del dolore”, obiettivo che in questa scultura e’ ampiamente riuscito; il punto focale e’ la spalla del bimbo, mentre tutti gli altri particolari sono resi in maniera volutamente approssimativa, proprio al fine di non distogliere l’attenzione di chi guarda, disperdendola dalla torsione della tasta sulla spalla.
“Come posso non evocare l’immagine di una bambina, magra, smarrita…disperata!…di soli quattro/cin=
que anni mentre straziata dal dolore stringeva a se le eleganti pantofoline di capretto celeste della sua bellissima mamma…era tutto cio’ che le rimaneva di lei!”.
Torniamo a Brancusi…che dopo aver ricevuto una formazione accademica in Romania, decide di spostarsi, motivato dal grande senso di insoddisfazione lasciato da quegli anni di studio. Egli era fortemente affascinato infatti, dalle forme assolute, senza alcun rapporto tra spazio esterno, escludenti mediazioni naturalistiche tra significati e significanti.
Nel 1908 incontra Modigliani e tra il 1914 e 1918 produce una serie di sculture in legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo e per l’Africa ed in cui cerca di trascinare dentro anche il Modigliani stesso. La sua mira infatti, e’ quella di raggiungere il seme originario della forma plastica: uno stadio pre-linguistico in cui non e’ la forma di un contenuto, ma che tende a significare solo se stessa…la propria “genesi”. La sua non e’ una simbologia dell’oggetto, ma “simbologia della forma”…rappresentata nelle sue primitive nostalgie popolaresche.
Presto, infatti, prendera’ una strada autonoma, sganciata dagli stilemi classici, avvicinandosi ad una scultura sempre piu’ “essenziale”…per cui e’ passato alla storia!🌸🌼🌞🌼🌸
“Il pensiero di problemi non reali è la sega mentale più malefica.” (Giulio Cesare Giacobbe)
“Il pensiero di problemi non reali è la sega mentale più malefica.” (Giulio Cesare Giacobbe)
Del come sono fatte le “seghe mentali”
Fisiologicamente la sofferenza fisica e mentale consistono in uno stato di contrazione muscolare in una qualche parte del nostro corpo. La contrazione muscolare è provocata da uno stato di tensione elettrica che è comunicato alle cellule muscolari dalle cellule nervose del cervello.
Questo stato di tensione elettrica cellulare è attivato dal nostro sistema d’allarme interno (il sistema limbico) che ha lo scopo di assicurarci la sopravvivenza e che entra in funzione ogni volta a noi sembra di ravvisare un pericolo per la nostra incolumità.
È il nostro cervello che decide cosa costituisce un pericolo e lo fa in base a ciò che ha immagazzinato nella sua memoria degli eventi del passato, e tramite i ragionamenti che ci facciamo.
Quindi è lui che decide se siamo in pericolo oppure no e che è la cuasa principale della nostra sofferenza…
Se pensiamo agli animali pericolosi per l’uomo durante la preistoria, sono di gran lunga minori rispetto ai pericoli che il nostro pensiero è in grado di creare oggi! Praticamente infiniti (incidenti, disgrazie, aggressioni, malattie, ecc.)…
Quindi, possiamo costruire l’equazione “pensiero = sega mentale”
Il pensiero è fondamentalmente un surrogato dell’azione, cioè, una simulazione dell’azione fatta dal nostro cervello.
Normalmente il processo è il seguente:
– Si presenta un evento che percepiamo come stressante
– Il nostro pensiero prepara la simulazione di una azione di compenso
– Agiamo
– Modifichiamo l’ambiente che ci crea la tensione
– Torniamo all’equilibro con l’ambiente.
Il pensiero che dà luogo all’azione non è una “sega mentale”
Il pensiero che non dà luogo all’azione diventa una “sega mentale” e ci fa star male (il simulare azioni immaginarie sostitutive delle azioni reali, piuttosto che per risolvere, con azioni reali, i problemi reali.)
Cosa ne pensate?
A domani per vedere come smettere di “farsele”!
Buon giornata.
(alcuni brani sono estrapolati dal libro di Giacobbe e da appunti dell’Istituto Italiano Nei)
Lila Downs – Alcoba Azul
Intenso brano di Lila Downs tratto dal film Frida… “Alcoba Azul”!
Buona visione e buon ascolto!
Cin cin (questa sera un Old Fashions) e buona serata!
“È proibito non cercare la tua felicità non vivere la tua vita pensando positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non sentire che senza di te questo mondo non sarebbe lo stesso.” (Pablo Neruda)
“È proibito non cercare la tua felicità non vivere la tua vita pensando positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non sentire che senza di te questo mondo non sarebbe lo stesso.” (Pablo Neruda)
Auguste Rodin – “Il Bacio” 1886 – 1898
Auguste Rodin – “Il Bacio”
1886 – 1898
Marmo, h. cm 183
Parigi, Musée Rodin
Marina Novelli
www.marinanovelli.it
August Rodin, pur essendo stato un grande scultore non riusci’ a ristrutturare la forma plastica, frenato dalla dignita’ letteraria della materia, nonche’ della tecnica statuaria insita nel monunento stesso. Egli riesce ad oltrepassare l’equilibrio classico, trasformandolo in una monumentalita’ esaltata…pindarica.
Le sue statue esplodono in colate di masse liquefatte e solo talvolta sostenute da spasmodiche tensioni lineari; la sua scultura segna lo spazio circostante in effetti di luce e dissolvenze, lungo i piani spesso sdruccioli, spezzati, ruvidi…acerbi. Ecco cio’ che piu’ di tutto mi affascina in questa opera…il “non-finito michelangiolesco”, esasperandolo! Uno sconfinato che diventa sublimazione allo stato puro.
L’elegante levigatura anatomica “versus” il rozzo, inesplorato ed ancora acerbo materiale grezzo del “non-finito”…ed e’ proprio questo ad attrarre la mia vista…mettendo in moto la mia fervida immaginazione emotiva; una contrapposizione che sottolinea in mirabile maniera, la dolcezza, senza spudoratezza alcuna, di un bacio lungo quanto tutta la sua storia. La storia che lo investe e lo contraddistingue!
“Il Bacio” e’ ispirato all’episodio del V Canto della Divina Commedia di Dante che vede protagonisti Paolo e Francesca, avvinti nel loro viscerale amore, di cui l’episodio…come la statua del resto, e’ pervasa…avvolgendolo in una forte tensione emotiva.
La tenerazza mista all’ardore che avvolge i giovani amanti contrapposta alla fredda, ruvida corposita’ del marmo da cui i due giovani amanti si stagliano, plastici, vivi, stabili…sebbene estremamente aerobici, nel loro dinamismo amoriso.
Bella la mano che affonda le dita nel morbido ed accogliente fianco femminile…sottolineando intenzionalmente il suo bacino.
Rodin…un traghettatore diretto con singolare sensibilita’ ed intuito verso il segno…(o il sogno?)…dell’arte contemporanea.
“La sega mentale che da sofferenza è malefica” (Giulio Cesare Giacobbe)
“La sega mentale che da sofferenza è malefica”
(Giulio Cesare Giacobbe)
Ohhh…
questa si che è interessante…
Buongiorno!
Cerchiamo di capire come avviene il processo che porta ad una sega mentale malefica…
Durante la sua evoluzione e civilizzazione, l’essere umano ha eliminato sempre di più i pericoli “esterni” (quelli fisici che erano nell’ambiente), creando però dei nemici “interni” (mentali).
“Il suo Io si è esteso dal suo corpo (sua unica realtà) a una serie enorme di ruoli e immagini, cioè di simboli, non reali”
Essendosi così esteso, è aumentata in modo enorme la sensazione di poter essere aggrediti ai nostri “simboli” (il nostro ruolo di genitore, di partner, di oggetti simobolo come la macchina, la casa, lo smartphone, il televisore, ecc.).
Talvolta parliamo di queste aggressioni ai simboli come se fossero state fatte a noi: “mi ha messo i bastoni tra le ruote”, “mi ha dato una coltellata alla schiena”, “mi hai fatto sanguinare il cuore”, ecc.
Le “aggressioni” reali, fisiche, sono invece molto rare.
Ma essendo immersi in questa estensione dell’Io, il nostro sistema di allarme non riesce a distingure tra aggressioni fisiche “reali” e “simboliche” pensate e pertanto entriamo continuamente in tensione (e da qui la sofferenza).
Come vi sembra?
Buona giornata.
“La sega mentale che dà piacere è benefica” (Giulio Cesare Giacobbe)
“La sega mentale che dà piacere è benefica”
(Giulio Cesare Giacobbe)
Buongiorno!
Vediamo un po’ di seghe mentali benefiche…
Giulio Cesare Giacobbe suggerisce che “un tipo particolare di sega mentale benefica è il pensiero creativo”.
Quindi largo a tutto ciò è arte, scienza filosofia, ecc. (ve ne vengono in mente altre?).
Se paradossalmente il mondo reale non mi piace e me ne “invento” uno dove ci sto da “dio”… quella è una sega mentale benefica (anche se diventa una bellissima fuga dalla realtà…).
Ma poiché ci sto bene, ne godo e mi solleva… diventa una bellissima “sega mentale”!
Giacobbo aggiunge una frase molto simpatica…
“Le seghe mentali sono come i funghi: quelli velenosi uccidono; quelli non velenosi se ingeriti in grande quantità fanno venire mal di pancia.”
Il pericolo vero diviene quindi quello dell’estraniarsi dalla realtà… il perderne il contatto…
Cosa ne pensate?
Buona giornata!
Berk & the Virtual Band – Sacrifice
Una bellissima versione di Sacrifice di Berk & the Virtual Band.
Cin cin (questa sera con un Bellini) e buona serata.
“Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.” (Guillaume Apollinaire)
“Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.” (Guillaume Apollinaire)
Antonio Canova – “Le Grazie” 1812 – 1816
Antonio Canova – “Le Grazie”
1812 – 1816
Marmo, h. cm 182
Pietroburgo, Ermitage
Marina Novelli
www.marinanovelli.it
Aglaia, Eufrosine e Talia, sono questi i nomi delle tre figlie di Zeus; figure appartenenti alla mitologia greco-romana, che rappresentano lo Splendore, la Gioia e la Prosperita’ e di cui Antonio Canova ne ha fatto un vero e proprio emblema dello stile neoclassico.
Con Canova infatti il Neoclassicismo si pone come puro ideale estetico, al di sopra della storia; l’arte infatti si mette sulla via della filosofia, esprimendosi in estetica ed etica…raggiungendo cosi’…ed oltrepassando, la soglia del sublime!
Nel gruppo marmoreo notiamo anche una colonna a cui e’ appesa una ghirlanda, posta come un altare, ma che in realta’ funge da base di appoggio per i tre eterei soggetti, rafforzandone quindi la stabilita’.
Le tre mitiche figure sono allacciate da un intrigante gioco di abbracci e di notevole forza e’ la somiglianza nei lineamenti che intercorre tra loro, mentre si scambiano reciproci e complici sguardi…sguardi che pero’ rimangono chiusi tra loro, non coinvolgendo affatto chi guarda…lo spettatore! Spettatore che, il piu’ delle volte, rimane attonito difronte alla maestosa delicatezza delle tre figure.
Questa opera e’ singolare, anche perche’ non fa parte dalla consueta committenza napoleonica ma varca il confine, essendo stata commissionata proprio dall’imperatrice Giuseppina di Beauhrnais, ma che purtroppo non vide mai l’opera terminata essendo deceduta prima della fine dell’opera stessa.
Antonio Canova proveniva da una povera famiglia del contado veneto, ma che venne, ancora giovanissimo, intelligentemente mandato a studiare a Venezia; divenne presto l’unico artista di portata europea! Nelle sue opere e’ espressa l’idealizzazione: l’espressione piu’ alta della sublimazione!
Delicatissima e’ la sinuosita’ delle tre figure femminili…una morbidezza quasi tangibile…palpabile! …giunge ai nostri occhi come una carezza! Poetica! La luce non colpisce…scivola!
Indiscutibile quindi l’importanza della formazione veneta dell’artista-scultore che nelle Tre Grazie raggiunge un apice espressivo tale da farle diventare il suo gruppo marmoreo piu’ celebrato, arrivando a farlo considerare il simbolo dello stile Neoclassico. Mi associo completamente con lui – ribadisco! – quando definisce il suo lavoro non di “invenzione” ma di “esecuzione sublime”.
Voglio continuare a soffermarmi, infine, sull’ importanza che, lo Splendore, la Gioia e la Prosperita’ rivestono nella nostra vita! Essenziali ed Indispensabili!🌼🌸🌞🌸🌼
Christos Stylianou feat. Olga Kassimis – Pienso en ti
Una dolce chitarra con due voci bellissime…
Cin cin con “Pienso en ti” di Christos Stylianou festa. Olga Kassimis
“È strano come il dolore sia il mezzo obbligato per il cambiamento. Bisogna prima un po’ morire per poter rinascere.” (Kam Sunny)
“È strano come il dolore sia il mezzo obbligato per il cambiamento. Bisogna prima un po’ morire per poter rinascere.” (Kam Sunny)
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Gian Lorenzo Bernini – “San Longino” 1628 – 1638
Gian Lorenzo Bernini – “San Longino”
1628 – 1638
Marmo h. cm 440 circa
Roma, San Pietro in Vaticano
Marina Novelli
wwww.marinanovelli.it
Siamo nel fiorente ‘600 e possiamo tranquillamente affermare che “Bernini, da solo, ha creato un’epoca”…su di lui, infatti, si potrebbero scrivere fiumi di parole. Il grande merito di averlo lanciato e favorito va al cardinale Scipione Borghese, da cui prende il nome uno dei piu’ importanti ed affascinanti musei di Roma.
Bene! Ora pero’ ci trasferiamo in San Pietro dove e’ posta la statua di San Longino all’interno di una enorme nicchia anch’essa ad opera del Bernini e rimane assai difficile pertanto, scindere l’attivita’ di scultore da quella di architetto, parlando di Gianlorenzo, dato che spesso, come in questo caso, vediamo le due cose integrate nello stesso complesso.
Nel Vangelo secondo Giovanni, San Longino viene descritto come un soldato romano che feri’ Gesu’ Cristo, proprio mentre era inchiodato alla sua croce al fine di accertare la sua morte. Non appena pero’ la sua lancia tocco’ il corpo del Salvatore, Longino senti’ un irrefrenabile bisogno di convertirsi al Cristianesimo.
Bernini ci presenta un San Longino proprio nel momento topico, di maggior enfasi, quando cioe’ si converte; e’ infatti colto con le braccia allargate, come se volesse estendere le sue ipotetiche ali ad una straordinaria presenza del Divino. La sua espressione e’ ieratica, solenne…ispirata! La spazialita’ della posa e del suo gesto, inoltre, ben si accorda allo spazio appositamente predisposto dalla genialita’ di Bernini.
Mi sento totalmente affascinata dall’ariosita’ della sua veste… svolazzante! Sembra quasi senza peso alcuno…che non sia marmo! Una veste sconvolta dal turbine della conversione…nel momento in cui si manifesta la presenza del Divino…dell’onnipresente Spirito.
In questa, come in numerose altre opere, il Bernini sembra abbia voluto concepire l’arte come un “link” (…diremmo ai giorni nostri!) tra “terra e cielo”…magniloquente connubio che prendera’ poi il nome di “Barocco”.
Buon pomeriggio!🌸🌼🌞🌼🌸
“Dicesi “sega mentale” il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà.” (Giulio Cesare Giacobbe)
“Dicesi “sega mentale” il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà.”
(Giulio Cesare Giacobbe)
Buongiorno!
Iniziamo una serie di riflessioni su “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” di Giulio Cesare Giacobbe?
Proviamo a partire dal…
Ma cos’è la “realtà”?
“La realtà è il nostro corpo e l’ambiente fisico che ci circonda”
Di sicuro, abbiamo due costanti che possiamo definire “reali” e di cui ne siamo certi:
Un giorno siamo “arrivati”, ed un altro giorno ce ne “andremo”.
Quello che possiamo fare è cercare di vivere e dare un senso a questo percorso nel modo più “leggero” e “consapevole” possibile.
Quindi, se la “sega mentale” è il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà, questo ha a che fare con i pensieri che elaboriamo nella nostra testa i quali hanno molto a che fare anche con il modo in cui percepiamo la nostra vita…
Pertanto, potremmo dire che tutto ciò che esiste nella nostra mente e non nella realtà “fisica” è una sega mentale!
Cosa ne pensate?
Prima di passare domani alla differenza tra “seghe mentali” benefiche o malefiche?
Buona giornata!
Maná – En el muelle de San Blás
Triste e bellissimo brano dei Maná in En el muelle de San Blás…
Cin cin!
“Nulla di ciò che è esterno a te ha potere su di te.” (Ralph Waldo Emerson)
“Nulla di ciò che è esterno a te ha potere su di te.” (Ralph Waldo Emerson)