Sono il cuore. Ah… Non devi dirmi niente. Io so sempre tutto…
Quante volte ci facciamo trasportare da ciò che inconsciamente pensiamo?
E quante volte facciamo finta di aver fatto qualcosa in modo inconsapevole?….
Dai… facciamoci una risata sopra e proviamo a far due chiacchiere con il nostro condominio interno!
Dell’impossibile mi piace che, se lo guardi bene, diventa improbabile. E se ci provi forte può diventare anche fattibile
Questa è fantastica!
Non trovate?
“Per ricordare chi sei, hai bisogno di dimenticare cosa ti hanno detto di essere”
Quante volte ci troviamo a pensare di noi stessi che non siamo all’altezza di qualcosa?
Ma è vero?
Oppure qualcuno, nel tempo, ci ha fatto credere che fosse la verità?
Proviamo a domandarci che “credenze limitanti” abbiamo di noi stessi e proviamo a vedere se sono basate su fatti solidi o su semplici affermazioni di altri.
E, come diceva Einstein: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.
Buona giornata a tutti!
Sono la felicità…
Evvai per una nuova settimana!!!
Iniziamola con una risata!
Buona giornata a tutti!
Non esiste nessuna strada per la felicità. La felicità è la strada.
Dedicata a tutti quelli che per un qualsiasi motivo sono in un loro cammino…
Se non vuoi far niente… almeno fallo bene!
“Se non vuoi far niente… almeno fallo bene!”
Buon fine settimana!!!
Estroversi o Riservati
Estroversi o Riservati?
Vediamo Benifier cosa ci suggerisce…
“L’estroverso ha bisogno di essere visto e ascoltato”
“L’introverso si mette in mostra il meno possibile”
Ops… diventa difficile essere introversi qua sopra!!!
L’estroverso si esprime tantissimo attraverso gesti, parole, immagini e creazioni. In qualche modo ha bisogno di raccontare a tutti il valore della sua vita! Per questo adora mettersi in mostra, anche discutendo, e cerca continuamente gli sguardi altrui. È un vulcano continuo in azione sia nel fare che nel disfare. Ha la tendenza a credere a tutto quello che racconta…
Un tipo così è per forza di cosa una buona compagnia (anche lui apprezza, ovviamente la presenza degli altri). È espansivo e non nasconde quello che fa od è, anche se potrebbe diventare un tantino peso quando parla troppo…
Il problema è che essendo talmente concentrato e convito sulle sue idee, che fatica a prestare attenzione a quelle altrui…
Il Riservato diffida delle parole… potrebbero essere menzognere, non essere esatte nella descrizione della realtà, svelare i suoi pensieri personali… Solo quando gli sembra indispensabile oppure è in confidenza con la persona si permette di esprimersi. Ovvio, che per un tipo così, contano molto di più i fatti concreti, l’oggettività, che le parole.
Rispetta le libertà degli altri senza disturbare ed essere invadente, anche se spesso dietro questo atteggiamento potrebbe esserci una componente di timidezza. Un segreto confidato a lui è al sicuro per sempre! Avendo paura di mettersi in evidenza per paura degli altri, aspetta quello che lui reputa il momento giusto (è un calcolatore di probabilità nato…) per esprimere ciò che veramente pensa.
Buona giornata a tutti!
Lega Il Cammello
Rileggerla è sempre piacevole!…
Lega Il Cammello
Un discepolo arrivò a dorso di cammello alla tenda del suo maestro sufi. Smontò ed entrò nella tenda, fece un profondo inchino e disse: “È così grande la mia fiducia in Dio che ho lasciato fuori il mio cammello senza legarlo, poiché sono convinto che Dio difende gli interessi di coloro che lo amano”. “Vai subito a legare il cammello, sciocco!”, gridò il maestro. “Dio non ha tempo da perdere facendo per te quello che tu sei perfettamente in grado di fare da solo!”
Tratto da “La preghiera della rana” di Anthony De Mello
L’hippy con una scarpa sola
L’hippy con una scarpa sola
Un uomo salì sull’autobus e si sedette accanto a un giovane che aveva tutta l’aria di essere un hippy. Portava una scarpa sola.
“Evidentemente hai perso una scarpa, ragazzo?”
“Nossignore”, fu la risposta, “Ne ho trovata una”.
Il fatto che una cosa sia evidente per me non significa che sia vera…
E quante volte ci accade?…
Buona giornata a tutti!
E grazie a Luca per la simpaticissima immagine che mi ha inviato!
Tratto da La preghiera della rana di Anthony De Mello
“La parte nascosta di me mi ha fatto una scenata di gelosia. Vuole che la presenti a tutti.”
Buongiorno!
Ecco un’altra mitica vignetta sulla quale sorridere e riflettere un po’!
Quante volte la teniamo nascosta??
E quanto pesa farlo?…
Mah… forse ha ragione lei!
Costante o Inconstante
Buon inizio settimana a tutti! Come ci sentiamo oggi?
Costante o Inconstante (sempre una coppia di grandi contrari psicologici di Brenifier)???
Il tipo Costante “Privilegia la regolarità degli esseri e delle cose.”
Il tipo Incostante “Ricerca la varietà in tutte le sue forme.”
Certo che una domanda così di lunedì mattina!…
Vediamo meglio…
Il Costante divide il mondo in ciò dove si trova a proprio agio (tutto cio che è familiare) e dove si sente spaesato (l’immensità dello spazio). Pertanto è difficile che oltrepassi i prorpi confini ed abitudini per mantenere i prorpi punti di riferimento (sia nelle relazioni che nelle azioni). Qualsiasi cosa si costruisce su ciò che ha, su ciò che è già acquisito.
Per questo è sempre uguale a se stesso. Le relazioni con gli altri sono facilitate dal suo apparire fidato ed impegnato. Non teme la noia e pertanto le novità non sono così importanti.
Ovviamente la prudenza è molto alta verso ciò che è estraneo o straniero. Il problema è che può diventare prigioniero del suo guscio (abitudini, ambiente, tradizioni) diventando rigido e chiuso.
L’Incostante invece vive il mondo come un luna park pieno di scoperte e novità! Ciò che già conosce lo annoia facilmente (posti, attività, persone); è decisamente un tipo la cui libertà è importantissima.
Proprio per questo sa adattarsi benissimo alle nuove situazioni con la sua immaginazione ed iniziativa.
La cosa positiva è che essendo aperto ad ogni innovazione può rappresentare un elemento importante per il progresso della società.
La controparte è che seguendo la propria indole libera, può cambiare idea molto velocemente rendendolo, agli occhi degli altri, una persona instabile e talvolta asociale.
Ed anche su questa coppia… il gioco di coniugazione non è banale!
Visto che è lunedì… direi di far entare in gioco la nostra parte costante, poi nel pomeriggio fantastico un po’ con il mio Incostante ed esploro nuovi territori! Altrimenti adesso non lavoro!!!
Buona giornata a tutti
Elaborare un lutto
Il senso di “lutto” non deve essere solo inteso nei confronti di persone che non sono più su questo piano di realtà, ma anche nei confronti di un qualcosa che si è “rotto”, non per nostra volontà, e di cui noi ne stiamo subendo le conseguenze (una relazione di lavoro, di amore, di amicizia, ecc.).
Anche se l’esperienza del dolore è una parte inevitabile e naturale del processo di guarigione, in certi casi si può prolungare ed aggravare inutilmente, combinandola così con sensi di colpa (“potevo fare di più?”, “potevo fare qualcosa di diverso?”), rimorsi (“potevo almeno avergli detto che…”, “se avessi fatto quello che desiderava e che in quel momento mi stava peso….”, ecc.), rabbia (“Non è giusto che sia andata così!”, “Perché proprio ad essa/o?”, “Perché proprio a me?”, “Dio perché hai permesso questo?”, ecc.), ed altre emozioni negative (“come posso farcela da sola/o?”, “Mi sembra tutto così duro…”, ecc.).
La dottoressa Elisabeth Kübler Ross ha elaborato un modello a cinque fasi che permette di capire le dinamiche mentali più frequenti della persona a cui è stata diagnosticata una malattia terminale, ma che è stato constatato valido ogni volta che ci sia da elaborare un lutto affettivo, lavorativo, ecc.
Il suo è un modello a fasi, e non a stadi, per cui le fasi possono anche alternarsi, presentarsi più volte nel corso del tempo, con diversa intensità, e senza un preciso ordine, dato che le emozioni non seguono regole particolari, ma anzi come si manifestano, così svaniscono, magari miste e sovrapposte.
1. Fase della negazione o del rifiuto
Questa fase è caratterizzata dal fatto che la persona, usando come meccanismo di difesa il rigetto dell’esame di realtà, ritiene impossibile di avere davvero subito quella perdita. Il processo di rifiuto della verità può essere funzionale per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi.
2. Fase della rabbia
Dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni. La frase più frequente è, perché proprio a me? È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale.
Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
3. Fase della contrattazione o del patteggiamento
In questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed in quale progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato, che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile.
4. Fase della depressione
Rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta.
5. Fase dell’accettazione
Quando la persona ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere o è accaduto; durante questa fase possono sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. In questa fase tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi, inoltre sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente.
L’elaborazione di un lutto non è mai una passeggiata… Possiamo cercare di essere forti quanto ci pare, ma ci saranno sempre dei momenti in cui non potremmo fare a meno di aver bisogno di annusare l’aria e sentire anche l’odore della persona che adesso non è più in questo nostro piano di realtà… (ma anche della persona che ci ha lasciato, del rapporto di lavoro che si è interrotto, ecc.) Purtroppo sta solo a noi dare la “giusta” collocazione nel nostro cuore e nella nostra mente di quel vuoto che sentiamo… È una spirale che a volte si abbassa e poi improvvisamente si riacutizza… Ed è nel momento in cui è bassa che possiamo immagazzinare tutte le risorse necessarie per affrontare quando sarà più alta….
Solo il tempo… può aiutare.
Quel tempo che talvolta passa lento ed interminabile quando siamo nel dolore… e lo stesso tempo che passa veloce nei momenti felici!
Per qualsiasi ulteriore chiarimento o approfondimento, scrivimi a “franco@iltuocounselor.it”
Fonti:
Materiale didattico della scuola di Counselor Il Cerchio dell’esperienza – Firenze
https://it.wikipedia.org/wiki/Elisabeth_Kübler_Ross
Non cercare di cambiarti, cambia paradigma. Convinciti di essere un nuovo modello.
Buona domenica!
Simpatica ed efficace questa battuta!
Grazie al solito Amico che me le invia!
“Le persone buone le riconosci subito. Hanno tutte la gastrite”
E con la simpatia di Mafalda… un buon fine settimana a tutti!
Fisico o Cerebrale
Fisico o Cerebrale?
Il Fisico “ama vivere principalmente attraverso il proprio corpo.”
Il Cerebrale “preferisce usare la mente”.
Opperò! Che coppia di grandi contrari psicologici (di Oscar Brenifier)!
Per il Fisico tutto è “materiale” (le idee non hanno sostanza…). Pertanto largo ai 5 sensi! Vista, olfatto, tatto, gusto e udito gli unici che secondo lui possono far sentire il mondo in modo diretto (il pensiero non è così affidabile…). Quindi, non si fida tanto dei conoscenza degli altri, ma quasi esclusivamente della propria esperienza. Ovviamente diventa alto il rischio di provare qualcosa di pericoloso, magari agendo d’impulso e senza valutare eventuali conseguenze.
Il Cerebrale è una sorta di investigatore… tutto è un enigma da indagare e risolvere. Pertanto, prima si cerca di comprendere e poi, se veramente necessario, si passa all’azione. Per spiegarsi formula idee ed assegna un “nome” in tutto quello in cui si imbatte. In questo modo sente che può relazionarsi meglio con il mondo ed apprendere di più anche di se stesso (l’inventiva non gli manca certo…). “Per lui sapere è il miglior mezzo per avere potere”.
Ovviamente è un tipo prudente e posato, coscienzioso di quello che può accadere attraverso le sue azioni e giudizi. Il problema potrebbe nascere nel suo essere sempre nei suoi pensieri… dimenticando la realtà e perdendosi in pensieri infiniti che lo possono bloccare quando sarebbe il momento di entrare in azione. Si sente spesso un pozzo di sapere ed in quei momenti potrebbe relazionarsi in modo freddo e pretenzioso.
Huao… mica semplice sintetizzare il meglio!
Vabbé… per oggi mi appoggio quasi tutto al Fisico, magari stasera faccio un fischio al Cerebrale davanti ad un buon bicchiere di vino…
Buona giornata a tutti!
“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.” (Carl Jung)
“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.” (Carl Jung)
Fantastica!!!!
Buona giornata a tutti…
Sei una persona ansiosa?
“Sei una persona ansiosa? Si. No. Oddio, perché me lo chiedi? È successo qulcosa?”
Sempre a proposito di consapevolezza!!!!
Troppo simpatica…
Le palle non perfette che la vita ci “alza”
Ieri pomeriggio ero a pranzo con un amico e ci siamo soffermati a riflettere sul senso della leadership e sul come posso far emergere al meglio le risorse di cui dispongono i miei colleghi dei quali sono responsabile.
Molto dipende da come è stata formata la squadra. Me l’hanno imposta? L’ho trovata già così? L’ho scelta io?
Comunque, non sempre (o quasi mai) mi è permesso cambiarla (come tante cose che ci succedono nella vita quotidiana).
Ovviamente la prima cosa è legata a come io mi pongo nei loro confronti.
Come leader, sono anche il coach della squadra. E come ogni buon coach devo sapere e capire quali sono le vere attitudini dei miei colleghi.
Sicuramente il sapere ed il capire richiede sforzo, ma quali risultati positivi in più posso ottenere per tutto il gruppo di lavoro se ognuno è valorizzato e stimolato al meglio?
Non tutti nascono attaccanti o difensori o registi o centrocampisti, come non tutti nascono alzatori o schiacciatori. Ma tutti assieme, al meglio delle loro possibilità, possono far si che tutta la squadra raggiunga l’obiettivo!
Una lettura interessante a proposito è “Intelligenza Emotiva al Lavoro” (Hendrie Weisinger).
Se poi caliamo dentro di noi il concetto di Leader sulle nostre componenti interne e su quello che ci accade nella vita… diventa divertente riflettere guardando questo video di Velasco in cui possiamo immaginare gli “alzatori” come ciò che la vita ci propone quotidianamente.
Non sempre riceviamo delle palle perfette da schiacciare, ma se riusciamo a concentrarci sempre al meglio delle nostre possibilità, senza lamentarsi, senza addossare scuse, possiamo riuscire a schiacciare anche ciò che è difficile. Non accadrà sempre, forse raramente, ma qualche volta potrà succedere!
Buona giornata e buona visione del video!
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1802981366603894&id=1777476349154396
Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi…
“Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi. Tutti sembrano esattamente sapere come risolvere quelli degli altri” (Olin Miller)
Buon inizio di settimana a tutti!
Questa vignetta è simpaticissima!